Pascal Greco

Conosciamo meglio
Pascal Greco
Pascal Greco è un filmmaker, direttore della fotografia, editor e fotografo autodidatta svizzero-italiano con base a Ginevra. Il suo lavoro spazia tra cinema contemplativo, fotografia architettonica e sperimentazione digitale. Nel 2017 ha presentato Shadow, film codiretto con Philippe Pellaud e interpretato da Asia Argento e Anna-Lou Castoldi, accolto positivamente da testate come La Repubblica e Numéro.

Tra i suoi progetti più recenti: SOMNIA (2023), realizzato su invito del Museo di Arte e Storia di Ginevra, e il suo “lato B” INSOMNIA, disponibile solo tramite QR code all’interno del vinile della colonna sonora (in uscita nel 2025). Ha realizzato diversi libri fotografici, tra cui Hong Kong Neon (2021) e KWAI SHING WEST ESTATE (2024), pubblicati con Infolio, McCm Creations e Chambre Noire.
Greco Olivier Pasqual
Il suo lavoro è stato esposto in spazi come il Photo Elysée di Losanna, il Kornhausforum di Berna e il Centre de la Photographie Genève, ed è stato presentato su testate internazionali come The Guardian, Vice, Monocle e CNN. Parallelamente alla sua attività artistica, ha collaborato con giovani in condizioni di vulnerabilità, insegnando loro le basi della produzione video e promuovendo l’inclusione attraverso l’arte, anche con il collettivo ELAN, cofondato con la regista Radhia Chapot-Habbes.
PASCAL GRECO
Place(s) Space(s), 2025, video, 15:00 min
Un video costituito da immagini digitali tratte da un videogioco e rielaborate dall'intelligenza artificiale.
Nel marzo 2020 l'artista aveva programmato un viaggio in Islanda per continuare un progetto fotografico dedicato a restituirne visioni inedite.

A causa delle restrizioni dovute alla pandemia il viaggio è stato annullato e l'artista scopre il gioco Death Stranding, su Playstation 4, con i suoi paesaggi che ricordano molto quelli dell'Islanda. Così ha iniziato a scattare le foto nel gioco che, seguendo un processo fotografico meticoloso, hanno dato una nuova dimensione al progetto.

Ne sono scaturite immagini, qui raccolte in un video, che sfidano le rappresentazioni stereotipate del Paese e giocano con l'ambiguità di un paesaggio anonimo reso familiare. In quanto immagini digitali, esse mettono in discussione sia la fotografia di gioco che quella tradizionale, stabilendo un punto in cui le due si incontrano e si intrecciano. Il progetto è un viaggio poetico all'interno di un videogioco fantasticato che mette in discussione dicotomie quali la nozione di spazio/luogo, le percezioni sensoriali che abbiamo quando giochiamo a un videogioco, i limiti delle arti visive e ciò che l'intelligenza artificiale può offrire come soluzione. La colonna sonora originale è composta dall'artista musicale R Beny